I DIAMANTI

I DIAMANTI

Le 4 C dei Diamanti

Qui di seguito sono riportate sinteticamente le regole della certificazione utili per la determinazione del valore dei diamanti come da normativa CIBJO (The Wourld Jewellery Confederation), le cosiddette 4 C: CARAT (weight), CUT, CLARITY, COLOR.

CARAT weight – il peso (grandezza) del diamante come delle altre gemmi si esprime in carati. La parola carato ha origine dall’antichità quando per pesare le gemme si usavano i semi del carrubo le quali hanno la singolare caratteristica di avere un peso regolare.

Attualmente il carato è un’unità di misura del sistema decimale che corrisponde a 1/5 di un grammo suddiviso in 100 centesimi. Nei preziari di riferimento dei diamanti si esprimono valori a pesi tondi (cts. 2, 3, 4 ecc) quindi i pesi intermedi vanno calcolati.

CUT – Il Taglio, unica qualità frutto del lavoro umano, è la più importante delle 4C poiché più alta è la qualità del taglio, migliore è la combinazione tra la brillantezza ed il fuoco della pietra. La forma di taglio più conosciuta e apprezzata è la forma rotonda detta “brillante”. 

Altri tipi di taglio sono: goccia, navetta (o marquise), ovale, taglio smeraldo. Altre forme sono il princesse (quadrato), la baguette (rettangolare) etc….. La finitura e la proporzione delle sfaccettature sono altre caratteristiche del taglio che determinano il fuoco. 

Il livello di queste è espresso in: extra (eccellente), very good (molto buono), good (buono), medium (medio), scadente (poor). Nei listini si esprimono valori presupponendo il taglio ottimale; quando il diamante non lo è, si deve calcolare la perdita di peso ed il costo del ritaglio per portarlo a proporzioni ottimali.

CLARITY – Ogni diamante possiede una sua precisa identità, dovuta alla presenza di piccole tracce di carbonio o di piccoli cristalli di diversa natura, rimasti imprigionati durante il processo di cristallizzazione. Si chiamano inclusioni e sono delle disomogeneità strutturali che vengono considerate delle “impronte naturali”. Il loro numero, colore, dimensione e posizione determinano il grado di purezza del diamante.
La purezza è valutata secondo una scala su cui ci si basa per descrivere il livello di “imperfezioni” o “inclusioni”.

I livelli di purezza comprendono appunto:

  • IF = nessuna inclusione interna visibile a 10 ingrandimenti da un occhio esperto.
  • VVS1 = solitamente si tratta di un’unica piccolissima inclusione visibile a 10 ingrandimenti solo da un occhio esperto.
  • VVS2 = piccolissime inclusioni visibili a 10 ingrandimenti solo da un occhio esperto.
  • VS1 = molto piccole inclusioni visibili 10 ingrandimenti.
  • VS2 = diverse molto piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti.
  • SI1 = piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti.
  • SI2 = diverse piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti.
  • SI3 = inclusioni visibili a occhio nudo solo da un osservatore esperto.
  • I1 = inclusioni visibili a occhio nudo.
  • I2 = molte inclusioni distintamente visibili a occhio nudo.
  • I3 = molte inclusioni distintamente visibili a occhio nudo che diminuiscono la brillantezza e compromettono la struttura del diamante, rendendolo più fragile.

II numeri scritti dopo le lettere : 1 – 2 – 3 indicano il grado  di visibilità alla lente di 10 x e non il numero di inclusioni.
Le inclusioni VVS e VS1 non sono visibili ad occhio nudo quindi non hanno valore gemmologico mentre lo hanno se viene considerato il suo valore commerciale.
I certificati segnano in rosso le inclusioni interne ed in verde le anomalie del taglio.

COLOR – Il diamante è l’unica gemma in cui l’assenza di colore ne determina il valore.
Rarissimi sono i diamanti di colori decisi e la loro bellezza è insuperabile. Esistono di tutti i colori: rosso che è la gemma più rara che esiste; giallo, blu, rosa, ecc. Sui certificati è indicata anche la FLUORESCENZA, che è un fenomeno di reazione di alcuni diamanti ai raggi ultravioletti ed è indicato con: NULLA – DEBOLE – MEDIA – FORTE

Per dare un valore ai diamanti si parte da questi elementi certi ed obbiettivi espressi nel certificato ma innanzitutto bisogna accertarsi che il certificato si riferisce alla specifica gemma da esaminare, quindi combinare i vari elementi. Questo è il compito del perito che deve essere un esperto con conoscenza del mercato reale, meglio se la durata dell’esercizio della professione ne garantisce la serietà e l’esperienza.

Motivazioni Per L’acquisto Di Un Diamante

Il diamante è stato rinvenuto, per la prima volta nella storia, in India tra i depositi alluvionali, circa 6.000 anni fa. Successivamente sono stati scoperti altri giacimenti in Sud America, Brasile, Russia ed in fine in Sud Africa dove attualmente si estraggono il maggior numero di diamanti del mondo.

Il diamante è considerato la pietra più preziosa in commercio. Si tratta di un minerale composto esclusivamente di carbonio cristallizzato ed è noto ai gemmologi per essere il minerale più duro esistente sul pianeta, per questo si dice sia “PER  SEMPRE”.

Il diamante è entrato nel campo del commercio da 400 anni cioè da quando il veneziano Vincenzo Peruzzi, grazie l’evolversi della tecnologia, è riuscito a tagliare questa durissima pietra mettendo in risalto le sue qualità di trasparenza, lucentezza e brillantezza. Da allora il diamante è stato sempre più apprezzato e richiesto non subendo i capricci della moda.

“E’ considerato l’unione della natura con la tecnica e la bellezza”.

E’ sicuramente il gioiello più desiderato dalle donne, simbolo di virtù morali e portatore di felicità e sincerità.

 

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Ultime Notizie Sui Diamanti

Da anni si producono diamanti sintetici, essi sono prodotti in laboratorio e sono chimicamente uguali a quelli prodotti in natura (Carbonio [C] al 99,99%), ma occorre chiarire alcuni punti fondamentali che cercherò di descrivere.

Per produrre i diamanti sintetici in laboratorio si devono aggiungere particolari additivi che permettono questo processo e sono rilevabili con strumenti specifici in laboratorio. Quindi i diamanti sintetici sono sempre individuabili.                                                                                          

I diamanti sintetici esistono da anni, ma non hanno mai avuto un successo commerciale poiché hanno un elevato costo di produzione perciò vengono usati quasi esclusivamente per scopi scientifici o per raggirare il consumatore sprovveduto. Sul mercato esistono pietre artificiali (che sono diversi dai diamanti sintetici) come lo Zirconia Cubica (Duralite) o la Fabulite con caratteristiche esteriori simili ai diamanti naturali, con un costo molto più basso dei sintetici e quindi più funzionali.                                                               

Questo nuovo e poco serio sistema di vendita, dove si mischiano pietre piccolissime naturali a pietre di sintesi, ha già creato problemi al mercato dei rubini e degli zaffiri; ma si è superata la questione con la garanzia del venditore. E’ infatti impossibile garantire con certificati internazionali le singole piccole pietre che compongono un oggetto (a causa degli elevati costi della certificazione).

I laboratori internazionali di analisi (come H.R.D., I.G.I. e G.I.A.) sono affidabili e per i diamanti di un certo livello di prezzo tali certificati sono “obbligatori” (perché ormai tutti i clienti lo richiedono), ma occorre anche la garanzia di un esperto venditore per essere certi che la pietra indicata sul certificato corrisponda effettivamente a quella che si sta comprando.

Le banche, che consigliano i clienti ad investire in diamanti, ma attenzione perché non vendono mai i diamanti in prima persona, ma presentano dei fornitori che se leggete attentamente nel contratto, fungono da esperti finanziari senza responsabilità alcuna sul prezzo delle singole pietre cedute. Tutto ciò è stato evidenziato nel programma-inchiesta “Report” diretto dalla Dott.ssa Gabanelli. E’ emerso che quattro banche italiane (Banca Intesa San Paolo, Banca Popolare di Milano, Monte dei Paschi di Siena e Unicredit) e due società commerciali  (Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment) che vendevano diamanti sono state multate dall’Antitrust (per un totale di oltre 15 milioni di Euro) per aver ceduto a prezzi gonfiati le pietre preziose ad ignari clienti spacciandoli per investimenti sicuri, senza informare dei rischi reali e dell’impossibilità di rivendere i preziosi acquistati se non perdendo gran parte dell’investimento.

Sul mercato mondiale esistono 18.000 ditte di esperti di consolidate tradizioni che garantiscono il consumatore nel tempo. La nostra boutique è sul mercato dal 1865 e continuerà a svolgere il suo ruolo di esperto in questo settore come il primo giorno di 156 anni fa.

Investimento Come Bene Rifugio

Un oggetto è considerato bene rifugio quando ha delle caratteristiche specifiche:

Deve valere nel tempo e nello spazio, ossia non deve seguire i capricci della moda e deve avere un campo di interesse ampio ed un mercato a livello mondiale.

Deve essere facile da conservare, spostare, nascondere.
Deve essere di facile realizzo soprattutto in tempi economicamente difficili.
Deve essere di facile e congiuntivo utilizzo.
Deve ovviamente piacere!

Gli esperti consigliano di avere un investimento del 10 – 15% del valore del patrimonio di ogni famiglia in beni rifugio.

Per tutto questo il diamante è il classico bene rifugio infatti è bello da vedere, piacevole da indossare, facile da realizzare senza formalità (come notaio o registrazioni), facile da conservare, da nascondere o da trasportare in caso di emergenza, possiede un valore intrinseco garantito da una disponibilità limitata in natura.

Investimento Come Bene Rifugio

Non ci sono particolari norme sul tipo di diamanti più adatti ad un investimento, ma personalmente penso che il peso di una pietra non dovrebbe essere inferiore a cts. 0,75; con colore superiore a H (attualmente in Italia si richiedono i colori extra come E – F, ma nel mondo sono richiesti anche colori medi come H, I, L ed oltre ); deve avere inclusioni non superiori a VS1 e qualità del taglio/proporzione non inferiori a “good”.

Importante che sia accompagnato da un certificato che deve essere di un ente internazionale conosciuto. Un esperto o un gioielliere devono accertarsi che il certificato corrisponda alla pietra consegnata. Non serve non usare la pietra, ma deve essere montata correttamente, mantenuta pulita e fatta controllare saltuariamente.